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sabato 30 marzo 2013

Le Pappardelle carciofose

Quando ero piccola trascorrevo parecchio tempo da zia Gigina sopratutto in estate, mamma era impegnata con babbo nel lavoro del bar così io andavo in trasferta a Corridonia in compagnia di mia cugina e gli altri cugini e supervisionata da zia. Come ho già detto, io e Stefania passavamo parecchio tempo in cucina con zia e quando lei faceva la pasta fresca noi giocavamo con dei ritagli di pasta o ci dava un poco dell'impasto e, dopo averla lavorata, facevamo delle palline che poi schiacciavamo e la cuocevamo sul piano della cucina economica, un po' come fare delle piadine che poi mangiavamo come mangiavamo la pasta cruda mentre zia era alle prese con il matterello o bevevamo un uovo fresco.
Zia faceva delle sfoglie enormi, perfette, tonde, liscissime e mentre tirava la sfoglia eravamo intorno al tavolo ad ascoltare il rumore della pasta in lavorazione. E poi saliva alle camere e stendeva la sfoglia, noi le chiamavamo in dialetto le pannelle, sui letti coperti da lenzuola candide, era una poesia e il ricordo è vivido. Ma la poesia svaniva quando zia tornava a prenderle e, chissà come, il bordo era tutto frastagliato! E in quel momento noi ci nascondevamo, a volte anche sotto il letto, per sentire zia che urlava…se vi prendo!!!!!!…e giù a ridere ma con la paura che se ci avesse prese in quel momento ce le avrebbe date di santa ragione, ma ormai zia sapeva come sarebbe andata, era diventato un gioco, anche perché non eravamo le uniche a togliere dei pezzi di pasta cercando di seguire la circonferenza pensando che non ci avrebbe scoperte. Anche i miei cugini o mio fratello andavano pazzi per la pasta cruda.
Ci piaceva anche mangiare la pasta mezza cruda e la scusa era quella di sentire se era arrivata a cottura ma quello che avevo dimenticato, fino a oggi, mentre cuocevo le pappardelle di Luciana Mosconi, era l'odore della pasta in cottura e dell'acqua di cottura, che alla fine usavamo per lavare i piatti. È stata veramente una sorpresa che mi ha riportata indietro di…un tot di anni, diciamo più di 45, e dopo aver scolato la pasta ho chiamato mamma e le sono andata incontro con la pentola piena d'acqua ed entusiasta per farle sentire l'odore, l'odore buono di casa!
Ingredienti
4 matassine di Pappardelle Luciana Mosconi
250 gr di carne macinata
2 carciofi
2 scalogni
2 spicchi d'aglio
1 mazzetto aromatico con salvia, rosmarino, origano
3 rametti di origano 
2 dl di vino bianco
Brodo vegetale, di carne o acqua
1 o 2 limoni oppure aceto bianco
Olio EVO
pecorino
sale, pepe

Pulisci i carciofi, togli le foglie esterne più dure, spuntali, tagliali a meta e poi a fettine, . Metti le fettine in una ciotola con acqua e il succo dei limoni per non farli annerire
Fai rosolare la carne in una padella ben calda con poco olio e il mazzetto aromatico
Aggiungi lo scalogno e l'aglio sbucciati tritati grossolanamente e fai dorare, mescola di tanto in tanto
Unisci i carciofi scolati e strizzati, fai insaporire per un paio di minuti, sfuma con il vino e fai evaporare. Bagna con un paio di mestoli di brodo e fai cuocere su fuoco alto per 5/8 minuti, sistema di sale e pepe
Cuoci la pasta per 3/4 minuti, uniscila al ragù e fai insaporire aggiungendo un po' d'acqua di cottura della pasta se necessario
Impiatta, completa con le foglioline di origano, il pecorino grattugiato e…
Buon Appetito!






















2 commenti:

  1. eh si i ricordi di quando eravamo piccole li si porta sempre dentro..anche se noi non ci facciamo più caso sono lì nel nostro cuore ed escono nei momenti in cui facciamo quei piccoli gesti venuti dal passato..auguri di buona Pasqua e fantastiche queste pappardelle!le adoro :)

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